Concetto di autostima
L’autostima è la valutazione che ci diamo, il nostro modo di viverci. Dagli psicologi è stata definita in tante maniere, anche complesse, quali “concetto di sé”, “abilità personale”, “auto-percezione”, ma tutti noi sappiamo che in base alla nostra autostima dipendono proprio tante cose. Quante volte ci sarà capitato di sentirci dire “non hai fiducia in te”, “non sei consapevole delle tue potenzialità”, oppure “ma chi ti credi di essere”… Riguardo a ciò si può fare riferimento al bisogno di stima di cui parla Moslow nella piramide da lui teorizzata, in cui afferma che ogni individuo durante la sua vita ha il bisogno di sentirsi stimolato dagli altri ,abbiamo bisogno che qualcuno accanto a noi ci valuti positivamente, ci valorizzi, perché questo bisogno né soddisfa un altro che è la possibilità di credere in noi stessi. L’autostima viene determinata da informazioni oggettive e soggettive, riferite a tre tipi di sé: – sé reale: è la valutazione oggettiva delle nostre competenze – sé percepito: è la nostra valutazione del sé reale. Difficilmente sé percepito e sé reale coincidono, si rischia sempre di fare “errori di valutazione” – sé ideale: è come desideriamo essere. Esso è influenzato dalla cultura e dalla società. I problemi legati all’autostima nascono dalla discrepanza tra sé ideale e sé percepito. Se tendiamo a svalutarci, ci sentiamo troppo lontani da come desideriamo essere, il nostro modello ideale ci appare troppo lontano e irraggiungibile, e noi ne soffriamo. Al contrario, le persone che si sopravvalutano sono convinte di essere come desiderano, hanno raggiunto il loro ideale, ma questa è più che altro la loro opinione. L’autostima, influenza l’autoefficacia, cioè la consapevolezza di poter raggiungere obiettivi, influenza il tono dell’umore, le relazioni affettive, in generale, influenza il successo nella vita e le scelte di ogni tipo. L’autostima, come abbiamo visto nella dimensione emozionale affettiva è legata al concetto di sé; Il concetto di sé è la costellazione di elementi a cui una persona fa riferimento per descrivere sé stessa. Esso riguarda tutte le conoscenze sul sé, come il nome, la razza, ciò che piace o non piace, le credenze, i valori e le descrizioni fisiche (es. altezza e peso). L’autostima è invece una valutazione circa le informazioni contenute nel concetto di sé; è la reazione emotiva che le persone sperimentano quando osservano e valutano cose diverse su di sé ed è collegato alle credenze personali circa le abilità, le capacità, i rapporti sociali, e i risultati futuri. Il concetto di autostima e il concetto di sé sono quindi collegati ma diversi; inoltre, sebbene l’autostima sia collegata con il concetto di sé, e quindi influenzata dal suo contenuto, è possibile per le persone credere cose oggettivamente positive (come riconoscersi capacità scolastiche, atletiche, o artistiche), ma continuare a non amare realmente sé stesse. Viceversa, è possibile per le persone amare sé stesse, ed avere quindi un’alta autostima, malgrado la mancanza di qualunque indicatore oggettivo che sostenga una così positiva visione di sé. L’autostima dipende sia da fattori interni, cioè dagli schemi cognitivi della persona, dalla sua soggettiva visione della realtà e di sé stessa, sia da fattori esterni, come ad esempio i successi che otteniamo e la qualità dei “messaggi” che riceviamo dalle altre persone. Tuttavia anche i fattori ambientali, interagendo con l’individuo, contribuiscono a migliorare o peggiorare le prestazioni. Le persone infatti sviluppano un’idea di sé sulla base di come sono trattate o viste dagli altri; ci fanno da specchio, e noi tendiamo a vederci come loro ci vedono, a giudicarci come loro ci giudicano. In altre parole ciò che gli altri pensano di noi, cioè l’immagine di noi che ci rimandano, diventa pian piano ciò che noi pensiamo di noi stessi. Ma se è vero che quello che gli altri pensano di noi influenza quello che noi pensiamo di noi stessi, è vero però anche l’inverso, cioè che gli altri sono altrettanto influenzati dal nostro giudizio su noi stessi e tendono a vederci come noi ci vediamo. Un utile Test per ottenere una precisa misurazione dell’autostima in età evolutiva è il TMA Utile in una grande varietà di contesti clinici e nella scuola, in cui si devono condurre valutazioni multidisciplinari per interpretare le situazioni di disagio responsabili di prestazioni scolastiche carenti o di comportamenti inaccettabili, il test TMA, Test Multidimensionale dell’Autostima, consente una precisa misurazione dell’autostima in età evolutiva, nelle sue molteplici dimensioni. Sei dimensioni Lo schema interpretativo del TMA si basa sull’importanza delle sue sei dimensioni riferite a specifici contesti: interpersonale della competenza di controllo dell’ambiente dell’emotività del successo scolastico della vita familiare del vissuto corporeo. Vengono forniti sia un supporto scientifico per l’esistenza e l’importanza di questi sei ambiti, sia un fondamento logico per usarli come base su cui analizzare e sintetizzare i dati in congiunzione con altri strumenti educativi e psicologici. Il TMA non è soltanto uno strumento importante per la valutazione dell’adattamento socio-emozionale dei ragazzi dai 9 ai 19 anni: la sua multidimensionalità può anche fornire le basi per l’interpretazione e l’integrazione di altri strumenti diagnostici.
Ciao Arianna! Mi ha colpito il tema della tua riflessione perché spesso viene dato per scontato o ritenuto banale soprattutto nell’età adolescenziale e giovanile. Un tema che secondo me è strettamente collegato a quello dell’autostima è l’apparenza. Nella società attuale l’apparenza degli altri e di noi stessi, a mio parere, è ciò che più fa cadere la nostra autostima. Mostrarci per ciò che non siamo solo per ottenere il consenso altrui fa di noi un ‘oggetto’ e non un attore sociale che lotta per la propria individualità attraverso la forza della propria autostima.