Carattere educativo della narrazione

Abbiamo visto come la narrazione abbia un importante spazio nella pedagogia, molti sono gli autori che ne parlano, tra cui ricordiamo Bruner, Riceour, Demetrio, MacIntyre.
In particolare vorrei concentrarmi sulla visione di Riceour.
Il filosofo francese sostiene che la comprensione di sé è mediata da testi e racconti: raccontando le nostre storie ci diamo un’identità. Io comprendo pienamente me stesso solo nel momento in cui mi approccio a vari testi, vari racconti. Prima di tutto il racconto della mia vita, poi il racconto della vita degli altri e poi con tutti gli altri testi e racconti con i quali dovessi entrare in relazione (film, musica…).
Tutte queste cose plasmano la nostra vita.
L’uomo, dice Ricoeur, quindi è un’identità narrativa. Il fatto che siamo narratori della nostra storia di vita è quello che rimane nella nostra esistenza.
Sappiamo che l’interiorità è quella che permane nella nostra vita nonostante il cambiare delle altre dimensione (incarnazione: dal punto di vista fisico non siamo uguali a quattro anni fa; storicità: non ci troviamo nello stesso posto dove eravamo quattro anni fa..).
Secondo Ricoeur, la nostra interiorità è la nostra identità narrativa.
Ci sono due modi attraverso i quali possiamo realizzare questa permanenza: la medesimezza (sameness), che risponde alla domanda Che cosa io sono?, e fa riferimento al permanere come carattere, si parla anche di carattere tipografico; e l’ipseità (selfhood): Chi io sono?, permanere come promessa.
Nel primo modo noi permaniamo come carattere, il carattere lo portiamo avanti costantemente nella nostra esistenza.
Il permanere come ipseità è il permanere come promessa, che fa parte delle relazioni (ti prometto di rimanere con la mia storia di vita nella tua).

A parlare di narrazione sono anche U. Eco e Tonelli.
Nella narrazione chi narra e chi riceve la narrazione sono coautori, come sostiene Eco. L’autore della narrazione non è solo colui che narra, ma è anche colui che riceve la narrazione. Infatti, un testo è sempre incompiuto perchè può trovare ulteriori applicazioni, ulteriori definizioni, in quelli che saranno i suoi ricevitori, anche tra molti anni. Il testo continua a vivere nelle vite di chi si approccia al testo stesso.
Tonelli, invece dice che la narrazione è una forma avanzata di ospitalità. Chi narra invita coloro a cui la narrazione è rivolta ad entrare nel suo mondo e si dichiara disponibile ad interagire con il mondo dei suoi ascoltatori.
Quando io narro tu accogli il mio mondo nel tuo e, al tempo stesso, quando io ricevo la tua narrazione sono disponibile a entrare nel tuo mondo.

Ecco come la narrazione ha un fondamentale ruolo nella nostra vita: ci permette di creare una rete di relazioni dove ciascuno, attraverso la sua narrazione e ricevendo quella degli altri, cresce.

Studente FSE - creato da SG 10/09/2019

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