2 commenti su “Yoda, archetipo del maestro ideale ”
Complimenti a Gianluigi per la scelta di Yoda, il «mitico» personaggio immaginario della saga fantascientifica di Guerre stellari, Gran Maestro del Consiglio Jedi e forse il più potente Cavaliere dell’Ordine. L’articolo è molto bello, con tante intuizioni e forse non tutti sanno che il suo nome deriva da yodha che in sanscrito significa «guerriero», «combattente». Il nome può essere connesso anche all’ebraico yodea che significa “colui che conosce”. Il Maestro Yoda, saggio istruttore (anche se piccolo di statura) ed enorme conoscitore della Forza addestra in circa 800 anni tutti i giovani iniziati Jedi, ovvero dei bambini che imparano le basi della Forza e del combattimento con la spada laser (Yoda è uno spadaccino eccezionale, veloce e scaltro). Dolce e comprensivo, in altri momenti è severo e li mette alla prova fisicamente e mentalmente. Alla luce di queste riflessioni possiamo affermare che il maestro Yoda ha sicuramente raggiunto il bene interno alla pratica di educare, sviluppando in un alto grado quelle competenze a livello di eccellenza necessarie per questa pratica. Una particolarità del maestro Yoda è poi quella di parlare una versione del Basic Galactico dove utilizza i verbi dopo l’oggetto e il soggetto: “Quando 900 anni di età avrai, bello non sembrerai”; inoltre non si può non restare ammaliati dalla saggia riflessività contemplativa di Yoda, che si manifestava nelle sue pause di riflessione accompagnate dall’espressione (mugugno) «hmmm». In questi casi, spesso, il mugugno è espresso dal maestro Yoda quando percepisce la resistenza dell’educando (momento pedagogico) di fronte al progetto, all’obiettivo e all’insegnamento che ritiene giusto (saggio, virtuoso). Il maestro Yoda è anche un abile diplomatico, preferendo sempre la parola prima di iniziare un combattimento, quasi a significare che possegga una riflessione pedagogica intrinseca e cioè la capacità – nel corso di una azione – di sapersi fermare per riflettere sviluppando (con chiarezza) un pensiero riflessivo che ricerca le vie di soluzione, di come andare avanti per superare l’ostacolo. In conclusione bravo Gianluigi, il Maestro Yoda è un bel esempio di come possa essere un «meraviglioso» educatore.
Complimenti a Gianluigi per la scelta di Yoda, il «mitico» personaggio immaginario della saga fantascientifica di Guerre stellari, Gran Maestro del Consiglio Jedi e forse il più potente Cavaliere dell’Ordine. L’articolo è molto bello, con tante intuizioni e forse non tutti sanno che il suo nome deriva da yodha che in sanscrito significa «guerriero», «combattente». Il nome può essere connesso anche all’ebraico yodea che significa “colui che conosce”. Il Maestro Yoda, saggio istruttore (anche se piccolo di statura) ed enorme conoscitore della Forza addestra in circa 800 anni tutti i giovani iniziati Jedi, ovvero dei bambini che imparano le basi della Forza e del combattimento con la spada laser (Yoda è uno spadaccino eccezionale, veloce e scaltro). Dolce e comprensivo, in altri momenti è severo e li mette alla prova fisicamente e mentalmente. Alla luce di queste riflessioni possiamo affermare che il maestro Yoda ha sicuramente raggiunto il bene interno alla pratica di educare, sviluppando in un alto grado quelle competenze a livello di eccellenza necessarie per questa pratica. Una particolarità del maestro Yoda è poi quella di parlare una versione del Basic Galactico dove utilizza i verbi dopo l’oggetto e il soggetto: “Quando 900 anni di età avrai, bello non sembrerai”; inoltre non si può non restare ammaliati dalla saggia riflessività contemplativa di Yoda, che si manifestava nelle sue pause di riflessione accompagnate dall’espressione (mugugno) «hmmm». In questi casi, spesso, il mugugno è espresso dal maestro Yoda quando percepisce la resistenza dell’educando (momento pedagogico) di fronte al progetto, all’obiettivo e all’insegnamento che ritiene giusto (saggio, virtuoso). Il maestro Yoda è anche un abile diplomatico, preferendo sempre la parola prima di iniziare un combattimento, quasi a significare che possegga una riflessione pedagogica intrinseca e cioè la capacità – nel corso di una azione – di sapersi fermare per riflettere sviluppando (con chiarezza) un pensiero riflessivo che ricerca le vie di soluzione, di come andare avanti per superare l’ostacolo. In conclusione bravo Gianluigi, il Maestro Yoda è un bel esempio di come possa essere un «meraviglioso» educatore.
Ti ringrazio, effettivamente credo sia molto funzionale ad un’analisi pedagogica la figura del Maestro Yoda.
“Che la Forza sia con te”