2 commenti su “Un mezzo a disposizione di tutti: la parola ”
Ilaria, ho letto ora il tuo articolo e lo trovo davvero interessante.
In educazione, ogni azione, ogni parola riporta all’essere in relazione, in scambio, in comunicazione.
Lascio una notevole citazione di Emanuela Cocever, professoressa di Pedagogia generale in un’università di Bologna;
“un educatore che parla o scrive delle persone con cui lavora non fa qualcosa ac- canto all’attività professionale, svolge un’azione educativa e sociale nei confronti dei soggetti di cui parla. Parlando o scrivendo può fare molto bene o molto male: può dare o distruggere speranza, può intrattenere o rovinare una relazione, può suscitare uno sguardo interessato o noia e rifiuto. La responsabilità nei confronti della parola fa parte della deontologia delle professioni di cura.”
A parer mio, a volte e in certe situazioni è davvero difficile riuscire a gestire l’uso della parola.
Ma la domanda che mi faccio è: Gli educatori sono al corrente del potere/valore di questa?
Ciao Ilaria, ho letto il tuo articolo e mi ha molto incuriosito. Credo , come tu hai precedentemente specificato, che attraverso ciò che un individuo “dice o non dice” possa rivelare il proprio mondo interiore. I contenuti verbali ma quelli non verbali hanno una particolare importanza specialmente nell’ambito del colloquio clinico , dunque possiamo comprendere quanto siano fondamentali nella vita quotidiana e quanto il nostro linguaggio “dica di noi”. Penso che sia fondamentale chiedersi a che livello gli educatori siano oggi capaci di interpretare le parole dell’educando , e quanto l’empatia giochi un ruolo fondamentale nella relazione di comprensione.
Ilaria, ho letto ora il tuo articolo e lo trovo davvero interessante.
In educazione, ogni azione, ogni parola riporta all’essere in relazione, in scambio, in comunicazione.
Lascio una notevole citazione di Emanuela Cocever, professoressa di Pedagogia generale in un’università di Bologna;
“un educatore che parla o scrive delle persone con cui lavora non fa qualcosa ac- canto all’attività professionale, svolge un’azione educativa e sociale nei confronti dei soggetti di cui parla. Parlando o scrivendo può fare molto bene o molto male: può dare o distruggere speranza, può intrattenere o rovinare una relazione, può suscitare uno sguardo interessato o noia e rifiuto. La responsabilità nei confronti della parola fa parte della deontologia delle professioni di cura.”
A parer mio, a volte e in certe situazioni è davvero difficile riuscire a gestire l’uso della parola.
Ma la domanda che mi faccio è: Gli educatori sono al corrente del potere/valore di questa?
Ciao Ilaria, ho letto il tuo articolo e mi ha molto incuriosito. Credo , come tu hai precedentemente specificato, che attraverso ciò che un individuo “dice o non dice” possa rivelare il proprio mondo interiore. I contenuti verbali ma quelli non verbali hanno una particolare importanza specialmente nell’ambito del colloquio clinico , dunque possiamo comprendere quanto siano fondamentali nella vita quotidiana e quanto il nostro linguaggio “dica di noi”. Penso che sia fondamentale chiedersi a che livello gli educatori siano oggi capaci di interpretare le parole dell’educando , e quanto l’empatia giochi un ruolo fondamentale nella relazione di comprensione.