TERMINI E COMPLESSITÀ DI DEFINIZIONE

Studiando pedagogia mi sono trovata a riflettere su termini molto complessi da definire come “motivazione”, “successo” e “apprendimento”

Motivazione: spinta interiore che predispone l’organismo ad attivare la vigilanza, a focalizzare l’attenzione e ad evocare i dati dalla memoria per adattarsi nel modo migliore al proprio ambiente e alla situazione immediata. La motivazione è la chiave di tutti gli apprendimenti. È sostenuta da fattori interni ed esterni; fra i fattori interni vi è l’attesa del piacere e del successo nell’acquisizione di indipendenza e controllo, questi devono promuoversi per allentare l’eccesso di tensione accumulata, controllare risposte impulsive o irrazionali, canalizzare l’energia verso il raggiungimento di un’identità personale, il rafforzamento dell’autostima, un migliore controllo sull’ambiente e l’aumento del raggio di autonomia. Fra i fattori esterni che tendono a motivare sono da richiamare le azioni che guidano e controllano dinamicamente il comportamento fra individui, l’interesse e l’attenzione di quegli adulti significativi che hanno saputo stabilire un buon rapporto affettivo. (https://dizionariopedagogiaclinica.it)

Successo: esito favorevole, buona riuscita. Riconoscimento dei propri meriti, approvazione del proprio operato da parte di altri, favore pubblico. (http://www.treccani.it/vocabolario/

Apprendimento: cambiamentoche avviene in una persona come risultato dell’esperienza e della pratica che lasciano tracce emozionali sia nelle connessioni neuronali che nelle strutture cerebrali. Gli apprendimenti sono tanti e in quanto modificazioni dell’essere vivente non finiscono mai. L’apprendimento, nella sua complessità, è una funzione globale della personalità in quanto vengono attivati meccanismi neuro-sensoriali e psichici, non soltanto cognitivi, ma anche affettivi e motivazionali. Esso procede attraverso una riorganizzazione del materiale da apprendere, un’elaborazione e interazione con altro materiale appreso in precedenza, un accumulo organizzato nel magazzino di memoria a lungo termine, un richiamo da questo magazzino e un’attivazione al momento dovuto. L’apprendimento, in quanto funzione globale, necessita di tener conto dei fenomeni che a esso sono legati: la motivazione, l’attenzione, la memoria, lo stato emotivo, l’informazione, l’organizzazione temporo-spaziale. (https://dizionariopedagogiaclinica.it)

Sebbene ci sia una definizione “oggettiva” di termini come: motivazione, successo e apprendimento è evidente che siano invece molto difficili da definire in modo chiaro in quanto legati a una forte soggettività. Individuare caratteristiche generali in definizioni legate alla singolarità risulta pressoché impossibile. Soprattutto in materia d’istruzione, la motivazione che ci spinge ad agire varia da soggetto a soggetto, in base alla vita biografica di ciascuno. Le motivazioni nascono come un’interazione tra individuo e ambiente e sono dunque strettamente influenzate da tale rapporto. Non possiamo vivere esperienze altrui in quanto possiamo muoverci solo nel nostro spazio vitale e ciò determina la singolarità della spinta motivazionale. Il grado di interesse e coinvolgimento in un’attività, determinano anche la nostra motivazione ad agire. 

Il termine “successo” risulta estremamente vago, non a caso non vi è una definizione specifica nel dizionario di pedagogia clinica o di scienze dell’educazione. In base agli obiettivi, dunque una meta determinata in modo chiaro e non ambiguo come riferimento esplicito per la progettazione, conduzione e valutazione della propria azione educativa, il successo varia. Considerando il quadro reale iniziale, vengono stabiliti determinati obiettivi, di più o meno alto livello che influenzano la concezione soggettiva di successo. Spesso siamo inoltre abituati a identificare il successo su una base economica o intellettuale ma come ci spiega Goleman nel libro “L’intelligenza emotiva”, nel 80% dei casi il Qi non determina il successo assicurato ma sono altri gli elementi che entrano in gioco, tra cui la capacità di motivare se stessi. Gardener individua delle “intelligenze multiple” in contrapposizione alla vecchia concezione di quest’ultima come un fattore unitario misurabile tramite il quoziente d’intelligenza. Ne identifica circa dieci tipologie differenziate tra cui: l’intelligenza logico-matematica, linguistica, spaziale, interpersonale, musicale, cinestetica, intrapersonale, naturalistica, etica o filosofico-esistenziale.  Sviluppare ampiamente uno di questi ambiti può condurre l’individuo al successo, portandoci a riflettere che sono diversi i campi in cui si può eccellere e non esclusivamente il piano razionale che delle volte limita la valutazione dell’individuo a un approccio superficiale. Il successo è inoltre strettamente legato al soggetto: l’età, la situazione sociale, le aspirazioni di ciascuno o la presenza di problematiche specifiche ne condizionano il concetto stesso. I traguardi di un bambino di 6 anni sono ovviamente diversi da quelli di un adolescente. Vivere in una determinata situazione sociale condiziona le scelte di successo che può essere inteso anche in base alle aspirazioni di ciascuno: conseguire la licenza media potrebbe essere un traguardo così come prendere una laurea. La presenza di problematiche tipo DSA o handicap rispetto a un individuo normodotato modificano inevitabilmente la percezione del successo. Risulta dunque complesso identificare un’unica definizione oggettiva di tale termine. 

Per quanto riguarda il concetto di apprendimento è proprio nel campo educativo che risulta difficile esaminarlo in modo univoco, in quanto si differenzia per metodi e fasi. La pratica educativa può essere strutturata appunto seguendo diversi modelli e ponendo in primo piano, l’educatore, il contenuto o l’educando e deve essere modificata in base all’età del soggetto da educare, in quanto le necessità di un bambino di 6 anni saranno sicuramente differenti da quelle di un adulto. L’apprendimento viene interpretato come una maturazione spontanea dell’individuo o come un’alterazione delle condizioni psicofisiche del soggetto. Tra le maggiori teorie ritroviamo il comportamentismo che definisce l’apprendimento come un’associazione tra stimoli ambientali e risposte dell’individuo, il soggetto è un elemento passivo che copia ciò di cui ha fatto esperienza. Il cognitivismo lo descrive invece come un processo di elaborazione intelligente degli stimoli ambientali, il soggetto è un elemento attivo che elabora una sintesi personale. Attualmente è inoltre spesso utilizzato l’approccio del cooperative learning: gli studenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e sentendosi corresponsabili del reciproco percorso. L’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività, strutturando “ambienti di apprendimento”. Si è inoltre sviluppata l’idea di lifelong learning, un apprendimento che non si conclude con l’età scolastica ma dura per tutta la vita. A differenza dell’apprendimento tradizionale, con il lifelong learning l’individuo è responsabile di tutto ciò che apprende, del modo in cui apprende e della situazione e il contesto in cui sceglie di realizzare il proprio apprendimento. Richiede, quindi, la capacità di gestire la propria conoscenza in modo critico.Risulta dunque evidente come sia difficile descrivere in modo chiaro e univoco il termine “apprendimento”.

Ho poi inoltre analizzato il termine “eccellenza” in quanto ogni individuo dovrebbe avere in mente un punto di arrivo, un ideale a cui tendere.

Il termine eccellenza viene articolato secondo diverse concezioni in base all’obiettivo che ci si è posti e l’ambito preso in considerazione. Riprendendo la classificazione di “intelligenze multiple” di Garner e la convinzione che il successo non è raggiungibile solo da quegli individui che presentano un elevato Qi, possiamo definire eccellente un individuo che raggiunge ottimi risultati nell’ambito di riferimento e in base agli obiettivi prefissati. Un ragazzo che mostra ottime prestazioni in un determinato sport, un individuo che ha capacità particolari nell’ambito in cui si specializza. Nel 2019: Peebles riceve il premio Nobel per la fisica per le scoperte teoriche nella “cosmologia fisica”, Handke per la letteratura, Ratcliffe, Kaelin e Semenza per la medicina per le scoperte su come le cellule percepiscono e si adattano alla disponibilità di ossigeno, Abiy Ahmed Ali per la pace per i suoi sforzi per raggiungere la pace e la cooperazione internazionale, e in particolare per la sua decisiva iniziativa per risolvere il conflitto di confine con la vicina Eritrea.Tutti loro possono essere definiti “eccellenze” nell’ambito di riferimento, senza alcuna gerarchia tra discipline. L’eccellenza nella pedagogia è inoltre un modello a cui tendere ed ha a che vedere con l’uomo nella sua capacità di misurarsi con un continuo miglioramento e con una formazione continua.

Studente FSE - creato da SG 10/09/2019

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