“Si conosce di più un uomo in un’ora di gioco che in un anno di conversazione (Platone)…figuriamoci un bambino”
Durante il percorso delle scuole medie superiori, frequentando la Parrocchia Salesiana di Cristo Re a Sulmona, ho avuto la possibilità di essere un’animatrice GREST. GREST è l’acronimo di GRuppo ESTivo; infatti il GREST è parte dell’oratorio che durante l’estate non va in vacanza, ma accoglie all’aperto per 2 settimane i bambini delle elementari e delle medie inferiori, che condividono un’esperienza ricca di impegni (ballo, gioco, nuoto, ciclismo, gite, preghiere, canto,…), di vita e di amicizia.
Chiaramente questo non sarebbe possibile se non ci fosse uno staff di animatori, opportunamente preparati e coordinati.
La preparazione è un momento di crescita personale, in cui bisogna mettersi in gioco e tirare fuori i propri talenti per poterli donare agli altri, animatori e bambini. In questo periodo di preparazione (rivolto soprattutto ai ragazzi di 3° e 4° superiore) viene offerta agli animatori-adolescenti una serie di informazioni semplici sulla persona del bambino, come le emozioni, le percezioni, il senso religioso, i processi di apprendimento; tutto questo offre un’esperienza educativa autentica.
In questo percorso, partendo dal presupposto che ogni bambino rappresenta un’unità importante e fondamentale per il gruppo, pur mantenendo la sua unicità, c’è la possibilità di imparare davvero. Fra le cose di massimo rilievo c’è l’opportunità di capire che un educatore non deve porsi come giudice dei suoi educandi ma come punto di riferimento. Infatti il GREST è basato sul gioco (in ogni sua sfaccettatura) e l’importanza di questo risiede proprio nel fatto che nel gioco non si finge: l’egoista gioca da egoista, l’arrogante se la prende con tutti, lo svogliato cerca di non giocare, il timido resta ad un angolo, il generoso è sempre pronto a donare e aiutare, mentre il pauroso cerca di non guardare…
L’osservazione e la possibilità di interagire con i ragazzi attraverso le regole del gioco, offrono l’opportunità di partire proprio dai punti deboli per creare un legame esclusivo che dia sicurezza. Proprio da questo rapporto unico potrebbe essere possibile donare fiducia in loro stessi a tutti i bambini, anche a quelli apparentemente più sicuri.
Parallelamente questo percorso che sembra mirato ad aiutare e capire i ragazzi, permette anche un’osservazione introspettiva di se stessi, magari attraverso la memoria di episodi antichi che in qualche modo hanno contribuito a formare il nostro carattere. E, poiché anche l’adulto è in continua evoluzione, potrebbe essere possibile anche un cambiamento, seppur minimo, di alcuni atteggiamenti nei confronti della vita.
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