“Servire” come motto scoutistico, approccio pedagogico e stile di vita

Lo scoutismo è un vero e proprio percorso educativo che va dagli 8 anni circa, fino ai 20 e oltre, sviluppato e diviso in varie branche di età che ovviamente cercheranno di rispondere alle varie esigenze dei vari educandi principalmente attraverso l’immersione nella natura e il gioco. Uno dei principali cardini dello scoutismo infatti è la frase “tutto per gioco e niente per gioco” una frase apparentemente banale ma che invece riesce a centrare perfettamente il ruolo educativo del gioco: il gioco non è mai fine a se stesso, ha una valenza educativa importantissima che riguarda lo sviluppo dell’educando sia nei messaggi e nei valori nascosti all’interno del gioco che si cerca di trasmettere, sia nello sviluppo fisico e motorio, adesso potrei parlare di concetti come “progressione palla” ma non è quello il tema principale di cui vorrei parlare, infatti quello di cui vorrei analizzare l’importanza (e non solo a livello scoutisco, ma a livello generale) è il concetto di “servire” ovvero il motto del clan (il clan è la branca dei ragazzi che vanno dai 16 ai 20 anni circa). Servire è una parola che incomincerà ad accompagnare i ragazzi quando incominceranno ad avere le prime responsabilità educative, infatti uno scout si dice “in servizio” quando è aiuto-capo branca, ma cosa significa davvero “servire”? Oltre la simbologia e l’importanza cristiana, per capire davvero l’importanza di questa parola forse è utile fare un confronto con la parola aiutare. Aiutare mette uno squilibrio nella relazione aiutato-aiutante, una persona che aiuta un’altra persona, è una persona che in qualche modo si pone ad un livello superiore all’altra, perché lui ha le facoltà e i mezzi per risolvere una determinata situazione che invece l’aiutato non possiede, la direzione è unica perché l’aiutato riceve, mentre e chi aiuta dà. Servire una persona invece non è semplicemente rispondere ad una richiesta di aiuto ma è un vero e proprio stile di vita, chi serve non aiuta semplicemente, ma mette a disposizione tutta la propria persona nei confronti degli altri, sempre con tanta voglia di mettersi in gioco e con l’idea di chi sa benissimo che ogni occasione per servire è un’ occasione per crescere, e imparare dalle esperienze di servizio che compie. Un capo scout infatti sa benissimo che non è univoco il rapporto dare e avere con i propri ragazzi, bensì è reciproco e ogni azione educativa che un capo compie è un’opportunità di crescita prima di tutto per se stesso. Se nell’educazione scolastica ci fosse più una attitudine al “servire” probabilmente i ragazzi uscirebbero dalle scuole con le idee un po’più chiare e con capacità che vanno decisamente oltre al freddo nozionismo scolastico che tenta di creare (molto spesso senza riuscirci) teste piene di contenuti staccati tra loro senza la capacità di riuscirle ad indirizzare in qualcosa di concreto per il loro futuro. L’attitudine al servire dunque ha un’importanza educativa a 360 gradi, sia a livello educativo, sia nella vita di tutti i giorni, attraversoquesto un uomo non potrà mai smettere di imparare e di mettersi in gioco nei confronti delle situazioni che la vita deciderà di proporgli

Studente FSE - creato da SG 01/10/2019

Lascia un commento