Come hai fatto notare, la comunicazione virtuale, soprattutto per quando riguarda tematiche particolarmente sensibili come la politica, oggi sta sfuggendo dal nostro controllo.
I tradizionali metodi di divulgazione (giornali cartacei, riviste, telegiornali…) sono ormai “vecchi” e superati.
Oggi è più semplice comunicare attraverso uno schermo piuttosto che guardandosi negli occhi: ci vuole meno coraggio.
Comunicare dal vivo vuol dire confrontarsi con una persona sotto tutti i punti di vista, incontrare il suo sguardo, osservare le sue espressioni e i suoi movimenti; significa essere diretti, non potersi tirare indietro, non si può “cancellare e ridigitare”.
Oggi conosciamo i social media, mezzi di comunicazione immediata, comodi e pratici: possiamo litigare con una persona senza alzarci dal divano, conoscere i gossip di tutti non uscendo di casa, esprimere un’opinione non aprendo bocca.
Bisogna imparare ad usarli consapevolmente, conoscendo i rischi e sfruttando i vantaggi.
Ciao Flavia ho letto il tuo articolo e a mio parere posso dirti che sono d’accordo sul fatto che oggi la comunicazione si basi principalmente sui social, ma non è detto però che questi siano necessariamente un pericolo. Leggendo l’articolo di C. Rivoltella “Nativi digitali” ho potuto constatare che l’uso dei sociali o di altre forme di interazione virtuale come gli sms, non vengono visti come tu la definisci “una cancellazione e ridigitazione” dei rapporti umani. Al contrario le relazioni umane possono essere potenziate attraverso una comunicazione che vada oltre la presenza di due o più persone.
Sicuramente è molto più soddisfacente e costruttivo parlare con una persona faccia a faccia, ma spesso quando questo non è possibile, può essere anche fruttuoso conversare dietro uno schermo. Basti pensare alle persone che abitano in paesi o città diversi.
Come hai fatto notare, la comunicazione virtuale, soprattutto per quando riguarda tematiche particolarmente sensibili come la politica, oggi sta sfuggendo dal nostro controllo.
I tradizionali metodi di divulgazione (giornali cartacei, riviste, telegiornali…) sono ormai “vecchi” e superati.
Oggi è più semplice comunicare attraverso uno schermo piuttosto che guardandosi negli occhi: ci vuole meno coraggio.
Comunicare dal vivo vuol dire confrontarsi con una persona sotto tutti i punti di vista, incontrare il suo sguardo, osservare le sue espressioni e i suoi movimenti; significa essere diretti, non potersi tirare indietro, non si può “cancellare e ridigitare”.
Oggi conosciamo i social media, mezzi di comunicazione immediata, comodi e pratici: possiamo litigare con una persona senza alzarci dal divano, conoscere i gossip di tutti non uscendo di casa, esprimere un’opinione non aprendo bocca.
Bisogna imparare ad usarli consapevolmente, conoscendo i rischi e sfruttando i vantaggi.
Ciao Flavia ho letto il tuo articolo e a mio parere posso dirti che sono d’accordo sul fatto che oggi la comunicazione si basi principalmente sui social, ma non è detto però che questi siano necessariamente un pericolo. Leggendo l’articolo di C. Rivoltella “Nativi digitali” ho potuto constatare che l’uso dei sociali o di altre forme di interazione virtuale come gli sms, non vengono visti come tu la definisci “una cancellazione e ridigitazione” dei rapporti umani. Al contrario le relazioni umane possono essere potenziate attraverso una comunicazione che vada oltre la presenza di due o più persone.
Sicuramente è molto più soddisfacente e costruttivo parlare con una persona faccia a faccia, ma spesso quando questo non è possibile, può essere anche fruttuoso conversare dietro uno schermo. Basti pensare alle persone che abitano in paesi o città diversi.