3 commenti su ““Camminate coi piedi per terra e col cuore abitate in cielo!” Don Bosco ”
Riprendo la tua frase “oggi la società sta soffrendo di una mancanza di apertura verso il trascendente” e aggiungo che al giorno d’oggi ci troviamo in un contesto prettamente materialista, nel quale molti valori hanno perso significato.
Il bene materiale, però, non permette la propria realizzazione, ma nonostante ciò la maggior parte della società non sembra preoccuparsene. Sembra una situazione analoga a quella descritta da Giovanni Verga nel suo “Mastro Don Gesualdo”, dove parla di un uomo intento ad accumulare ricchezze per poi accorgersi soltanto alla fine della sua esistenza che non ha “costruito” nulla dentro di sé.
Di conseguenza credo che il ruolo dell’educatore nella formazione dell’educando sia centrale anche per la trasmissione dei buoni valori,che gli permettano di avere un proprio pensiero critico, per non seguire ciecamente la “massa”, ed anche per aspirare alla propria realizzazione e “abitare col cuore in cielo”.
Sono d’accordo con te. Perché oggi l’uomo che cerca solo le cose sulla terra ma dimentica i valori spirituali celesti. Dunque l’uomo non soltanto imparare a conoscere ma anche imparare a vivere spiritualmente e virtuosamente.
Ho letto il tuo articolo e trovo che l’aspirazione verso un qualcosa di maggiormente cosmico sia insito in ognuno di noi. Lo ricorda Maslow nella sua piramide dei bisogni , collocando all’apice il bisogno di trascendenza. Nella società odierna sono diverse le distrazioni che portano l’individuo a perdere di vista le proprie aspirazioni “superiori”, la mancata concretezza della dimensione spirituale fa sì che le persone quasi “se ne dimentichino”. La domanda che mi sorge spontanea è :”quali modalità l’operatore possa utilizzare per trasformare una motivazione così indiretta e a lungo termine , in una immediatamente tangibile?” e conseguentemente a questa mi interrogherei anche su come la dimensione spirituale intesa come particolarmente religiosa, possa essere traslata in una dimensione maggiormente laica per quegli educandi che non siano credenti?
Riprendo la tua frase “oggi la società sta soffrendo di una mancanza di apertura verso il trascendente” e aggiungo che al giorno d’oggi ci troviamo in un contesto prettamente materialista, nel quale molti valori hanno perso significato.
Il bene materiale, però, non permette la propria realizzazione, ma nonostante ciò la maggior parte della società non sembra preoccuparsene. Sembra una situazione analoga a quella descritta da Giovanni Verga nel suo “Mastro Don Gesualdo”, dove parla di un uomo intento ad accumulare ricchezze per poi accorgersi soltanto alla fine della sua esistenza che non ha “costruito” nulla dentro di sé.
Di conseguenza credo che il ruolo dell’educatore nella formazione dell’educando sia centrale anche per la trasmissione dei buoni valori,che gli permettano di avere un proprio pensiero critico, per non seguire ciecamente la “massa”, ed anche per aspirare alla propria realizzazione e “abitare col cuore in cielo”.
Sono d’accordo con te. Perché oggi l’uomo che cerca solo le cose sulla terra ma dimentica i valori spirituali celesti. Dunque l’uomo non soltanto imparare a conoscere ma anche imparare a vivere spiritualmente e virtuosamente.
Ho letto il tuo articolo e trovo che l’aspirazione verso un qualcosa di maggiormente cosmico sia insito in ognuno di noi. Lo ricorda Maslow nella sua piramide dei bisogni , collocando all’apice il bisogno di trascendenza. Nella società odierna sono diverse le distrazioni che portano l’individuo a perdere di vista le proprie aspirazioni “superiori”, la mancata concretezza della dimensione spirituale fa sì che le persone quasi “se ne dimentichino”. La domanda che mi sorge spontanea è :”quali modalità l’operatore possa utilizzare per trasformare una motivazione così indiretta e a lungo termine , in una immediatamente tangibile?” e conseguentemente a questa mi interrogherei anche su come la dimensione spirituale intesa come particolarmente religiosa, possa essere traslata in una dimensione maggiormente laica per quegli educandi che non siano credenti?